Il digitale non è più una variabile indipendente delle politiche educative nazionali, ma una grande opportunità e uno straordinario strumento di supporto (e di ripensamento) delle stesse politiche. Consapevolezze queste alla base dell’agire dei molti Docenti, dei molti ragazzi che hanno potuto partecipare alla DAD nonché dei molti genitori che tutti insieme di fatto hanno costituito consapevolmente una Comunità educante da andare fieri e che ha saputo porre al centro dell’agire il destino dei molti ragazzi che, malgrado loro, sono stati travolti dalle conseguenze della recente pandemia Cov-19. Una capacità di risposta fantastica a fronte di un bene comune: la Scuola e i suoi ragazzi.
E’ questo il senso del Master “Cultura Digitale. Progettare e promuovere l’Educazione all’Eredità Culturale Digitale”, presentato il 31 u.s. a Benevento, alla presenza delle massime autorità accademiche dell’Università G. Fortunato e del Sindaco e del Prefetto di Benevento.
Un perscorso di Alta Formazione, rivolto principalmente al Corpo Docente delle Scuole italiane, ma anche agli operatori culturali che nelle varie Istituzioni culturali svolgono attività educative, per sostenere il diritto alla Cultura, l’accesso al Patrimonio Culturale e il diritto all’istruzione per disegnare il futuro dei nostri ragazzi, ponendo al centro la loro ‘creatività’ per “garantire a tutte le studentesse e a tutti gli studenti le competenze chiave per affrontare i cambiamenti e le sfide del loro presente, per proiettarsi al meglio nel futuro, per diventare cittadine e cittadini attivi e consapevoli, capaci di condividere valori comuni e di confrontarsi positivamente con l’altro”.
Un modo sostanziale per riaffermare il ruolo della cultura digitale nell’agire “con i ragazzi per costruire opportunità” e per sostenere forme di raccordo sociale e culturale, potenziando i processi di riconoscimento e valorizzazione della transculturalità nelle giovani generazioni nel contesto del tema dell’Educazione all’umanesimo solidale, sfide queste che hanno sostanziato le varie iniziative promosse dalla rete DiCultHer nel corso degli ultimi cinque anni.
Un Master per sostenere i nostri Docenti nella progettazione di percorsi didattici sottesi agli obiettivi della Convenzione di Faro[1] per la TITOLARITÀ’ CULTURALE e la “Presa in carico” di una responsabilità comune e condivisa rispetto a un bene commune che ereditiamo dal passato e che abbiamo la possibilità di progettare e co-creare oggi nell’ambito degli ecosistemi culturali in cui viviamo, sperimentiamo ed esercitiamo, con la prospettiva di lasciare a nostra volta questa eredità a chi verrà dopo di noi.
Un Master per rendere protagonisti i nostri Docenti impegnati a favorire la didattica digitale per affrontare “ecosistemi” di conoscenze e competenze strutturate allineate alla rapidità evolutiva che caratterizza il tempo che stiamo vivendo, perché il ‘sapere’ digitale sta offrendo occasioni di ri-configurazione complessiva delle entità e dei luoghi culturali come ‘eredità comuni’: il digitale sta infatti assumendo sempre di più valenza metodologica ed epistemologica, strutturale e di contesto, attraverso l’integrazione fra saperi umanistici tradizionali e conoscenze di metodi e tecniche computazionali nella strutturazione della nuova Cultura Digitale.
Un percorso di Alta Formazione per i nostri Docenti per dar loro “la cassetta degli attrezzi” per sostenere e progettare percorsi educativi in cui prevalgono abilità di learning design, non molto diffuse in una scuola ancora basata sui libri di testo, e momenti di trasferimento della ricerca per sostenere l’insegnante affinché assuma il ruolo di learning curator, per trasformare le attività di apprendimento in presenza in attività di apprendimento digitale, che sia esso sincrono o asincrono, assoluto o blended, con un ruolo attivo importante dei ragazzi, potendo intervenire sulle variabili dei fenomeni che studia, assumere, in autonomia, azioni e valutarne gli effetti di queste azioni, essere artefice e protagonista della conoscenza che egli stesso costruisce potendo intervenire su realtà ancorché virtuali, ma reali perché frutto dell’interagire con i propri Docenti e gli altri compagni-discenti.
E’ questo il senso e gli obiettivi del Master “Cultura Digitali. Progettare e promuovere l’Educazione all’Eredità Culturale Digitale”: un percorso di Alta Formazione che considera quanto espresso in premessa il presupposto per garantire il trasferimento dei risultati delle analisi e delle buone pratiche sviluppate in ambito nazionale ed internazionale dalla nostra Comunità Scientifica, per la gestione del digital turn in the humanities and cultural heritage, attraverso un’attenzione costante all’innovazione, ai temi del Digital Cultural Heritage, dell’inclusione sociale, dell’interculturalità, della sostenibilità e del contrasto dei pregiudizi verso le differenze di ogni genere, per un uso consapevole della rete.
I cinque Moduli che costituiscono il Master approfondiranno i diversi aspetti della digitalizzazione del patrimonio culturale e della cultura digitale tramite attività formative ad impostazione eminentemente laboratoriale, svolte in interazione tra i ricercatori e tecnologi esperti provenienti dai contesti dell’Alta Formazione e rappresentati dal Corpo Docente del Master stesso per sostenere le competenze per l’Educazione all’Eredità Culturale Digitale e per l’insegnamento dell’Educazione Civica e della Cittadinanza Digitale nelle Scuole Secondarie di primo e secondo grado, promuovendo e realizzando il mainstreaming dell’innovazione sociale per la piena cittadinanza dei nostri ragazzi, anche attraverso la conoscenza degli scenari e delle prospettive offerte dall’uso del digitale nell’ambito dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, a partire dalla valorizzazione dei patrimoni disponibili e dall’uso etico e corretto dei media e delle tecnologie digitali per predisporre azioni di educazione alla Cittadinanza attiva.
Completano il percorso del Master: a) Project work; b) Partecipazione alla Settimana della Cultura Digitale “A. Ruberti”; c) Partecipazione alla Rassegna dei prodotti multimedialie “R. De Ruggeri” a Matera ; d) Final project .
Per info, da settembre sul sito dell’Universtà Giustino Fortunato https://www.unifortunato.eu/
[1] si vedano in particolare l’art. 2 in cui si definisce una comunità patrimoniale come “costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future” e l’art. 13 in cui si auspica “l’inserimento della dimensione dell’eredità culturale in tutti i livelli di formazione, non necessariamente come argomento di studio specifico, ma come fonte feconda anche per altri ambiti di studio” Convenzione di Faro
0 commenti